Qualche anno fa sembrava soltanto una moda importata dai paesi anglosassoni e mai destinata a prendere piede in Italia. Il rent to buy, o affitto con riscatto, complice anche la complicata e particolare situazione venutasi a creare nel settore immobiliare italiano, è invece ormai un’opzione cui guarda con interesse un pubblico sempre maggiore tanto che anche la legge contempla questa forma contrattuale introdotta col Decreto Sblocca Italia dello scorso anno e, proprio nelle scorse ore, ben dodici associazioni a difesa del consumatore e il Consiglio nazionale del notariato hanno presentato a Roma la Guida al rent to buy. I notai hanno messo nero su bianco un’utile guida per comprendere fino in fondo quali siano i vantaggi e gli svantaggi dell’affitto con riscatto, e per spiegarne modalità di applicazione e regole per la gestione di questa particolare forma di contratto in cui una parte del pagamento del canone viene in realtà accantonata nel caso in cui l’inquilino, anche dopo molti anni dal primo affitto, decida in seguito di acquistare l’immobile. Secondo quanto chiarito proprio nel corso dell’incontro con la stampa, la norma introdotta anche in Italia consente di procedere alla trascrizione dell’atto anche dopo un periodo piuttosto lungo, che può arrivare fino ad un massimo di dieci anni e che, a tutti gli effetti legali, rappresenta una vera e propria “prenotazione” sull’acquisto. Pochi sanno, però, che l’affitto con riscatto è applicabile non solo agli immobili già esistenti, ma anche a quelli in fase di costruzione e persino ai terreni. Tutto rose e fiori per l’affitto con riscatto? In realtà no, i nodi vengono al pettine quando si tocca il capitolo tasse, altissime nel caso di un contratto di rent to buy. La guida completa è consultabile sul sito http://www.notariato.it